L’Angelus di Papa Francesco: “Gesù ci esorta a invertire la rotta scegliendo il bene e non il male. Dobbiamo trasformare le ricchezze in relazione”.
CITTA’ DEL VATICANO – Consueto appuntamento domenicale con l’Angelus di Papa Francesco. Il Pontefice si è soffermato sul Vangelo odierno che mette al centro la figura di un amministratore furbo e disonesto: “Gesù presenta questo esempio – precisa Bergoglio – non certo per esortare alla disonestà, alla scaltrezza. E la chiave della lettura di questo racconto sta nell’invito di Gesù alla fine della parabola“.
“Il Signore – continua – ci invita a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose che contano più delle ricchezze possedute. Nella vita, infatti, porta frutto non chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie attraverso le ricchezze, cioè i diversi doni di cui Dio l’ha dotato“.
Papa Francesco: “Conquistarsi la vita eterna, non il successo mondano”
Il Pontefice ha ribadito anche come “conquistarsi la vita eterna, non il successo mondano“. “Fratelli e sorelle, questa pagina evangelica fa risuonare in noi l’interrogatore amministratore disonesto, cacciato dal padrone. Di fronte alle nostre mancanze, Gesù ci assicura che siamo sempre in tempo per sanare con il bene il male compiuto“.
“Chi ha causato lacrime – continua Bergoglio – renda felice qualcuno, chi ha sottratto indebitamente, doni a chi è nel bisogno. Facendo così, saremo lodati dal Signore perché abbiamo agito con scaltrezza, cioè la saggezza di chi si riconosce figlio di Dio e mette in gioco sé stesso nel regno dei Cieli“.
Non manca la consueta preghiera finale: “Ci aiuto la Vergine ad essere scaltri nell’assicurarci non il successo mondano, ma la vita eterna, affinché al momento del giudizio finale le persone bisognose che abbiamo aiutato possano testimoniare che in loro abbiamo visto e servito il Signore“.
Il pensiero sui migranti
Il Pontefice inoltre ha ricordato l’appuntamento della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (il 29 settembre ndr): “Non si tratta solo di profughi. Bisogna essere presenti per esprimere con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero“.